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Il 9 e 10 marzo, in collaborazione con l’Associazione Nuova Prospettiva, abbiamo trasformato il nostro studio creativo in un vero e proprio Villaggio Indiano.
L’eco di questa bellissima esperienza risuona ancora in questi spazi, donando ai nostri progetti energia, forza e Bellezza.
I racconti, i riti e le tradizioni di questo grande popolo hanno emozionato piccoli e grandi.
In questi due giorni ci sono stati momenti importanti, alcuni davvero speciali, la cui sacralità è qui narrata dal Capo Villaggio, Orsa che attende il Nuovo.

Appena riuniti nella Sala Grande, il Capo Villaggio ha dato inizio all’incontro della tribù, invitando tutti i componenti a sedersi in cerchio, e sulle note di una musica sacra, ha dato inizio al suo canto:

 – Io, Orsa che attende il Nuovo, capo villaggio di questa tribù, do inizio alla Cerimonia di passaggio dal mondo reale al mondo degli Indiani d’America o meglio dei Nativi americani; è una cerimonia di prima appartenenza alla tribù.
Invoco il Grande Mistero perché ci ispiri e assista in questa scoperta e dia a ognuno la forza di esplorare e conoscere i suoi talenti nascosti.
Saluto e accolgo tutti gli elementi dell’Universo: Padre Cielo e Madre Terra, Nonno Sole e Nonna Luna, i quattro Spiriti Capo: Acqua, Terra, Fuoco e Aria.
Invoco l’Amore e Rispetto per ognuno di noi e consegno il primo segno di appartenenza alla tribù allo Sciamano Alessandro, a Silvia Pelle di Luna, Colei che veglia sulla tribù a distanza, ad Alessandro, Giada, Elena, Giulio, Leonardo, Pierfrancesco, Riccardo, Federico, Mattia, Giulia, Davide.
Siamo Tutti Fratelli (saluto rituale Lakota)

Da quel momento la tribù ha iniziato il suo viaggio. Ogni componente si è occupato del villaggio, dei propri “fratelli”, e ha eseguito le mansioni che il Capo Villaggio gli ha affidato.

– Di fronte a un ruscello, sacro ai popoli di questa valle, sotto la protezione di Nonno Sole e con il sostegno sempre forte di Madre Terra, ricordo i due giorni della tribù negli spazi magici di Prospettiva Creativa. Dopo la cerimonia di prima appartenenza alla tribù, ognuno ha iniziato a pensare al proprio nome indiano. Per i Nativi Americani, il nome può essere trovato da sé, rivelato in una visione o in sogno, o può essere dato da altri componenti della tribù, che intravedono o sentono con il cuore una speciale qualità di quel fratello. Per i Nativi Americani il nome è sacro e porta nel mondo una parte di noi.

In uno dei nostri cerchi, nel tempo giusto per ognuno, i piccoli componenti della tribù hanno trovato il proprio nome nativo e l’hanno rivelato a me, Orsa che attende il Nuovo, Capo Villaggio.

Ecco i loro nomi….
Giulia, Gatta Gialla
Pierfrancesco, Cinghiale Silenzioso
Giada, Fiore di Ghiaccio
Mattia, Zampa di Giaguaro
Giulio, Scorpione Rosso
Riccardo, Occhio di Falco
Elena, Lince Silenziosa
Leonardo, Serpe del Fango
Federico, Aquila di Montagna
Alessandro, Lupo Bianco
Davide, Uomo Aquila Gigante
 
La vita della tribù è stata scandita da cerchi, da momenti di lavoro, di gioco e da attività svolte insieme per il benessere della tribù: preparare la cena o il pranzo, preparare e servire il cibo ai propri fratelli, pulire e risistemare dopo la merenda. Tutto con amore e molta cura, perché fare insieme è potente e portare Bellezza rende felici.

    

Abbiamo realizzato i nostri abiti, i copricapi, i porta frecce e i gioielli per la tribù.
Lo Sciamano ha convocato i giovani arcieri per cominciare a preparare il proprio arco e la propria freccia: lavoro non semplice, perché le energie erano molte, e ascoltare e lavorare insieme non è sempre facile.

Dopo la cena della tribù io, Orsa che attende il Nuovo, e lo Sciamano Cuore di Lupo abbiamo sistemato il villaggio per la notte: tutti intorno alla struttura del tepee della tribù, sotto un magnifico cielo di stelle. Nonna Luna vegliava su di noi e finalmente il sonno è arrivato.

Nella notte, io ho avuto una visione: un Antenato portava in dono 13 perle lucenti e, consegnandomele, cantava i nuovi nomi dei componenti della tribù. Ogni nome un’evocazione di ciò che di nuovo stava emergendo, per qualcuno il coraggio di incontrare il buio o il dono della pazienza o la forza per domare il proprio cavallo selvaggio (che ognuno di noi porta dentro di sé); per altri la scoperta di una voce più forte o di una nuova creatività…e nel nome la forza di questo nuovo talento…

Giulia, Gatta Gialla o Voce Dolce che Cresce
Pierfrancesco, Cinghiale Silenzioso o Forza che Cresce
Giada, Fiore di Ghiaccio o Colei che accoglie la Pazienza
Mattia, Zampa di Giaguaro o Colui che lascia Spazio agli Altri
Giulio, Scorpione Rosso o Cielo Stellato
Riccardo, Occhio di Falco Colui che sta domando il suo Cavallo Selavggio
Elena, Lince Silenziosa o Mani Creative
Leonardo, Serpe del Fango o Occhio Acuto
Federico, Aquila di Montagna o Colui che Ascolta
Alessandro, Lupo Bianco o Colui che attende i Sogni
Davide, Uomo Aquila Gigante o Cuore Coraggioso

Alle prime luci del mattino, la tribù si è preparata per la colazione: bisognava nutrirsi di forze nuove, c’era molto da fare! Subito dopo lo Sciamano ha convocato i giovani indiani maschi per un compito importante: creare la copertura del tepee della tribù; si è lavorato con spago, piume, tessuto e sapienti mani. Le energie erano molte e potenti; si è imparato a fare le cose insieme e ad aspettarsi. Lo Sciamano poi ha condotto tutti verso una nuova avventura: la Scuola di arco! Ognuno ha prenso il suo arco e la sua freccia e ci si è allenati al bersaglio…nel frattempo le giovani indiane hanno costruito copricapi e abiti di splendida foggia!

   

È giunto il momento di accogliere i visitatori al villaggio – mamme, papà, nonni, fratellini e sorelline. Sono venuti ad ascoltare ciò che è accaduto nelle due giornate.

Una musica intensa e 4 fieri guardiani hanno accolto gli ospiti che condividono un momento veramente speciale: ogni componente della tribù dice il proprio nome, il racconto della vita della tribù, la scoperta dello Spazio Sacro, i nuovi nomi giunti nella visione e un piccolo racconto Cherokee.

Siamo Tutti Fratelli